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PMI: crisi finanziaria e ripresa delle PMI italiane

 
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Il Pil italiano torna a crescere
ma la ripresa «resta incerta»

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15 ottobre 2009

Torna a crescere il Pil nel terzo trimestre ma l'intensità della ripresa rimane incerta. È quanto emerge dal Bollettino economico della Banca d'Italia. Sulla base degli indicatori congiunturali, si legge nel documento, nel terzo trimestre il Pil dovrebbe segnare un recupero di un punto percentuale rispetto al periodo precedente. Un risultato a cui ha contribuito soprattutto il netto miglioramento della produzione industriale nella media del periodo, il primo dopo la pesante contrazione subita tra il secondo trimestre del 2008 e lo stesso trimestre del 2009 (-22,1 per cento).

Esportazioni ancora deboli

Tuttavia, fa notare palazzo Koch, «l'intensità della ripresa rimane incerta». Pur in un quadro più favorevole per la domanda mondiale, infatti, «le esportazioni italiane non hanno registrato una chiara tendenza al recupero nel corso dell'estate». Secondo i dati di commercio con l'estero, al consistente rialzo di luglio è seguito in agosto un forte calo verso i paesi esterni all'Unione europea, che nelle nostre stime interesserebbe anche le esportazioni verso i paesi membri.

Nello stesso periodo «è continuato l'intenso calo delle importazioni». Il recupero della produzione industriale «è stato in parte rivolto alla ricostituzione di un adeguato livello delle scorte, scese in alcuni comparti a livelli molto bassi». La domanda finale interna «non mostra ancora una netta inversione di tendenza».

Mercato del lavoro in peggioramento
E tra gli indicatori negativi c'è anche quello che riguarda l'occupazione. Nel secondo trimestre la perdita è risultata di oltre mezzo milione di occupati rispetto a un anno prima, escludendo dal computo l'effetto delle iscrizioni all'anagrafe di lavoratori immigrati. È stata di circa 300.000 unitá la flessione dei lavoratori comunemente definiti come «precari», in maggioranza giovani. Nel terzo trimestre si è ancora intensificato il ricorso alla Cassa integrazione guadagni: le ore complessivamente autorizzate sono aumentate di circa il 30 per cento rispetto al trimestre precedente.

Credito ancora in contrazione
Resta critica la situazione del credito che, come emerge dal Bollettino economico della banca d'Italia, «continua a risentire sia di una ridotta domanda di finanziamenti da parte delle imprese, a causa della difficile congiuntura economica, sia di un orientamento ancora restrittivo dei criteri di offerta, seppure con segnali di attenuazione». In agosto la crescita sui dodici mesi dei finanziamenti concessi dalle banche al settore privato non finanziario è scesa al 2,2 per cento. Un anno prima il credito cresceva a tassi molto più alti, del 10 per cento circa.

Nel secondo trimestre del 2009 la qualitá degli attivi bancari ha continuato a peggiorare. Il flusso di nuove sofferenze rettificate (che tengono cioè conto della posizione del debitore nei confronti dell'intero sistema bancario e non soltanto di un singolo intermediario) in rapporto ai prestiti complessivi, annualizzato e al netto dei fattori stagionali, ha raggiunto l'1,9 per cento (1,6 nel primo trimestre). Migliorano per contro i coeffienti patrimoniali dei principali gruppi bancari italiani che, in questi ultimi mesi hanno messo in pratica misure per migliorare la propria situazione di cassa.

Conti pubblici in netto peggioramento
Dopo i richiami dell'Unione europea, anche Bankitalia torna a lanciare l'allarme sullo stato dei conti pubblici. Gli economisti di Via Nazionale fanno riferimento, in particolare, all'andamento del gettito fiscale. Nei primi nove mesi del 2009 il gettito tributario erariale si è ridotto del 3,2 per cento, nonostante la forte crescita di alcune imposte sostitutive straordinarie. Citando i dati contenuti nell'ultima Relazione previsionale e programmatica, il documento ricorda che l'obiettivo per l'indebitamento netto è fissato al 5% del Pil, pari al valore tendenziale, e che «il suo conseguimento prevede una ripresa del gettito tributario, una forte decelerazione della spesa primaria corrente e una netta flessione degli investimenti pubblici».

15 ottobre 2009
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